Le modifiche strutturali che stanno interessando il mercato del lavoro pongono nuove sfide all’universo del people management: la gestione del personale si dovrà necessariamente basare sempre meno sulle necessità aziendali, e trarre sempre più origine da quelle dei dipendenti. Stipendio competitivo, bonus aziendali, previdenza sociale, flessibilità lavorativa, ferie, sviluppo delle competenze, ambiente lavorativo idoneo e multiculturale i fattori chiave per attrarre e trattenere i dipendenti più talentuosi.
Il personale d’azienda oggi – sospinto della transizione digitale e green in atto – desidera lavorare per aziende socialmente responsabili, che offrono al contempo una flessibilità lavorativa e percorsi di carriera ben definiti, ma rimane la retribuzione la principale motivazione nella scelta di cambiare azienda. Queste le principali le conclusioni del Report di Rome Business School, “Il lavoro e le persone: leadership, engagement, competenze e benessere”, a cura di Francesco Baldi, Docente dell’International Online Master in Finance di Rome Business School; Massimiliano Parco, Economista del Centro Europa Ricerche (CER); e Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.
La mancanza di benessere al lavoro non compromette solo la vita professionale, ma anche la vita personale. Ai fini della ricerca è stata condotta dagli autori una survey a 250 persone: giovani dipendenti con età compresa tra 23 e 30 anni e manager con età compresa tra 31 e 60 anni, con lo scopo di conoscere le loro opinioni su alcuni tra i temi più importanti del lavoro oggi quali il benessere sul luogo di lavoro, flessibilità e benefit aziendali, la figura del leader, le competenze più richieste. Secondo la survey condotta:
“Un’azienda che investe nel benessere fisico, psicologico, sociale e spirituale dei suoi collaboratori potrà godere di un team più soddisfatto, motivato e produttivo, generando un ambiente di lavoro positivo e un clima organizzativo di successo”, afferma Valerio Mancini.
Difatti, le aziende italiane si stanno attrezzando verso un miglior People Management: in Italia si è registrato nell’ultimo anno un aumento della disponibilità media di spesa e del consumo effettivo in welfare aziendale, in crescita in particolare i fringe benefit (parte aggiuntiva della retribuzione che il datore può erogare in beni e servizi), soprattutto nelle fasce di età più giovani (il 60% degli under 30, secondo l’Osservatorio Edenred Italia, 2023).
“Oggi la sfida non è solo personale ma per l’azienda. La ricerca di flessibilità è diventata una richiesta diffusa e le imprese devono organizzare il lavoro per trovare nuove forme di dinamicità dello stesso, fra sincrono ed asincrono, che rispondano al valore delle persone di integrazione lavoro-vita, conciliandolo con le esigenze aziendali di produttività e coordinamento,” afferma Massimiliano Parco, tra gli autori.
Anche FlexJobs lo conferma, per il 73% degli intervistati il work-life balance è il secondo “vantaggio” più importante che i lavoratori cercano e analizzano quando valutano un’offerta di lavoro, dopo lo stipendio (76%).
Le esigenze dei dipendenti stessi sono sempre più al centro, e viene richiesto di dare maggiore importanza all’ascolto del personale d’azienda, in questo, il leader ha un ruolo fondamentale.
La Leadership gentile è per la maggioranza del campione della survey (44,1%), il trend più importante riguardo all’evoluzione dei modelli di leadership – per il 33,3% lo stemperamento delle gerarchie, e per il 22,5% l’attenzione alla sostenibilità. Secondo gli autori, sta infatti al leader il compito di percepire le necessità dei dipendenti con cui collabora, deve possedere innanzitutto qualità quali comprensione e umanità, inclusività, oltre a autorevolezza decisionale, capacità analitica di fronte ai problemi, ponendosi sempre come un esempio per i suoi collaboratori.
Secondo la ricerca Future of Jobs 2023, condotta dal World Economic Forum, il 44% delle attuali competenze fondamentali dei lavoratori è destinato a mutare nei futuri cinque anni.
“Per essere competitivi, alla formazione di base, e a quella tecnica, bisognerà affiancare una cultura più interdisciplinare: saranno importanti lingue, conoscenze digitali, soft skills, un buon livello di conoscenze informatiche e digitali, la capacità di interpretare e gestire i dati”, afferma Baldi, che aggiunge: “In particolare saranno le Digital Skills a fare la differenza perché particolarmente trasversali”.
Nello specifico, le competenze digitali più richieste nel 2023 riguardano le tecnologie di analytics, organizzazione e comunicazione. In Italia, in particolare, saranno sempre più ambite le skills nell’ambito della sicurezza informatica, automazione, intelligenza artificiale (AI) e cloud. In particolare, per il 64,9% dei partecipanti alla survey le competenze critiche da dover sviluppare in ambito AI sono la creatività e la relazionalità; mentre il 18,9% ritiene siano le nuove competenze non consapevoli; infine, il 16,2% risponde le competenze verticali di sviluppo AI.
Infine, per essere competitivi in ogni settore, le 5 top skills per il futuro saranno creatività (che comprende anche contenuti e abilità di innovazione), pensiero critico e analitico, problem solving, le abilità legate allo sviluppo e all’utilizzo della tecnologia, tra cui rientrano le Digital Skills in senso stretto quali: la capacità di sapere leggere e interpretare i dati o le competenze di programmazione.
“L’adozione della tecnologia rimarrà un elemento chiave nella guida alla trasformazione aziendale nei prossimi cinque anni per cui è importante sviluppare competenze digitali. Ciò significa investire nell’istruzione e adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro”, afferma Valerio Mancini.
Secondo Massimiliano Parco “per aumentare il benessere e la ritenzione dei lavoratori, le aziende dovrebbero offrire dei pacchetti di welfare completi. Si dovrebbero mettere a disposizione servizi quali asili nido o assistenza per l’infanzia, programmi di benessere fisico, flessibilità del lavoro, programmi di counseling e supporto psicologico, corsi di formazione e sviluppo professionale, e benefit extra salariali”.
Nel mondo del lavoro odierno, gli ostacoli più grandi al raggiungimento degli obiettivi organizzativi sono i cambiamenti repentini che stiamo vivendo. Ciò obbliga una maggiore attenzione e cura da parte dei manager verso i propri collaboratori, per cui la gestione del personale d’azienda che non si basa prettamente sulle necessità aziendali, ma trae origine dalle esigenze dei dipendenti stessi. In questo contesto, il ruolo del leader diventa quello di una persona comprensiva e con un alto grado di umanità nell’interfacciarsi con i propri colleghi. La leadership, sempre più gentile, oggigiorno richiede elementi di inclusività, supporto psicologico e adattamento al contesto.
Le aziende per essere al passo dovranno saper assumere e trattenere personale caratterizzato da una cultura più interdisciplinare, competenze digitali, analitiche, specializzate in informatica, automazione, intelligenza artificiale e cloud, ma con forti soft skills. La creatività sarà in cima alle 5 top skills più richieste per il futuro.
Oggi l’Italia per essere competitiva deve “cogliere le opportunità, vincere le sfide dettate dal PNRR e perseguire gli obiettivi delineati dalle possibili macro-azioni inserite all’interno del programma”, afferma Francesco Baldi. “Si devono creare nuove catene di valore, realtà imprenditoriali e startup, puntando sulla generazione di nuovi prodotti complessi e sostenibili, lo sviluppo di nuove tecnologie pulite e, la formazione di settori dell’eccellenza professionale italiana di nuova generazione”, conclude.